"Metamorphosis" di Ferdinando Balzarro – Un Viaggio Psicologico tra Identità e Trasformazione | Autore Premio Internazionale d'Eccellenza Città del Galateo

“Metamorphosis” di Ferdinando Balzarro – Un Viaggio Psicologico tra Identità e Trasformazione

Nel panorama letterario contemporaneo, pochi autori riescono a fondere con efficacia introspezione psicologica, riflessione filosofica e tensione narrativa. Ferdinando Balzarro, con il suo nuovo romanzo Metamorphosis, compie un’autentica impresa narrativa, dando vita a un’opera che sfida il lettore a interrogarsi su identità, morale e destino. Ispirandosi liberamente al celebre La Metamorfosi di Franz Kafka, Balzarro immagina un Gregor Samsa ottuagenario che si risveglia ringiovanito, in un corpo giovane e potente, pronto a riscoprire il mondo e, con esso, la propria natura più profonda e ambigua.

Un protagonista al confine tra sogno e incubo

Gregor Samsa, già protagonista del racconto kafkiano, non è più l’insetto mostruoso escluso dalla società, ma un uomo anziano che, una mattina, si sveglia giovane e vigoroso. Questo evento soprannaturale segna l’inizio di un viaggio interiore e fisico che lo porterà a confrontarsi con l’essenza stessa dell’identità umana. Non più vincolato dai limiti della vecchiaia, Gregor può agire liberamente, ma con questa libertà arriva anche un oscuro desiderio: il piacere nell’uccidere.

Balzarro affronta questa metamorfosi non solo come cambiamento fisico, ma come trasformazione psichica profonda. Il ringiovanimento diventa simbolo del ritorno a uno stato primordiale, non contaminato da regole morali e sociali, dove l’istinto e il piacere dominano l’agire umano.

Il conflitto tra natura e cultura

Uno dei temi centrali del romanzo è il conflitto tra natura e cultura, tra istinto e razionalità. Gregor, libero dai vincoli sociali e fisici della vecchiaia, si trova di fronte a una scelta continua: seguire la propria natura, fatta di desideri e impulsi primordiali, oppure aderire a un sistema di valori morali appresi. La sua discesa verso la violenza e l’omicidio non è dettata da necessità, ma da una scoperta inquietante: l’atto violento come forma di espressione, come riaffermazione della propria esistenza.

Balzarro non giudica, ma osserva. Lascia che sia il lettore a interrogarsi su ciò che distingue realmente l’uomo dalla bestia, la coscienza dall’istinto, la civiltà dalla barbarie. In questo, Metamorphosis si configura come un potente dispositivo di riflessione etica e antropologica.

Il paradosso del libero arbitrio

Gregor è un uomo apparentemente libero: può scegliere, può agire, può cambiare. Eppure, ogni sua scelta sembra condurlo verso un destino già scritto, come se la libertà fosse solo una maschera del determinismo. Questo paradosso attraversa tutto il romanzo, mettendo in crisi la stessa idea di responsabilità morale. Gregor è davvero colpevole, o è solo un ingranaggio di un meccanismo più grande, inscritto nella natura umana?

Il tema del libero arbitrio viene ulteriormente enfatizzato dai dialoghi con personaggi simbolici, come Morte e Vendetta, che rappresentano le forze archetipiche con cui ogni essere umano deve fare i conti. Gregor interagisce con queste entità come se fossero reali, ma il lettore resta nel dubbio: sono allucinazioni, metafore o realtà?

Personaggi simbolici: Morte, Vendetta, Innocenza

Uno degli aspetti più affascinanti di Metamorphosis è la presenza di personaggi che incarnano concetti universali. La Morte appare come un signore vestito di grigio, disilluso e ironico, che dialoga con Gregor in momenti cruciali. Vendetta ha le sembianze di una giovane donna affascinante e letale, che guida il protagonista verso la violenza. Innocenza è rappresentata da un bambino silenzioso, che osserva senza giudicare.

Queste figure non sono semplici comparse, ma elementi narrativi fondamentali che contribuiscono a costruire il percorso interiore del protagonista. Attraverso di loro, Balzarro porta avanti una riflessione sul senso della vita, sulla morte e sul significato delle scelte individuali.

La scrittura di Balzarro: crudezza e poesia

Lo stile narrativo di Ferdinando Balzarro in Metamorphosis è asciutto, diretto, ma non privo di una certa musicalità. La crudezza delle scene più violente è bilanciata da momenti di intensa poesia, in cui il protagonista si interroga sul senso della sua esistenza. Il ritmo è incalzante, quasi cinematografico, e il lettore si trova trascinato in un flusso narrativo che non concede tregua.

La costruzione dei capitoli segue un andamento quasi onirico: realtà e immaginazione si mescolano, creando un effetto di spaesamento che riflette lo stato d’animo del protagonista. Balzarro dimostra una grande maestria nell’uso della lingua, dosando sapientemente descrizione, dialogo e introspezione.

Un romanzo che interroga il lettore

Metamorphosis non è un romanzo da leggere passivamente. Esige attenzione, partecipazione, spirito critico. Ogni pagina pone domande scomode: chi siamo veramente? Qual è il confine tra bene e male? Siamo liberi di scegliere o siamo prigionieri della nostra natura?

Il romanzo non offre risposte definitive, ma invita il lettore a compiere il proprio viaggio interiore. In questo senso, la metamorfosi di Gregor è anche la metamorfosi del lettore, chiamato a confrontarsi con i propri lati oscuri, con le contraddizioni dell’animo umano, con la paura e il desiderio.

Concludendo

Con Metamorphosis, Ferdinando Balzarro ci regala un’opera potente e disturbante, capace di scavare nell’animo umano con una precisione quasi chirurgica. Il romanzo affronta temi universali come la morte, la libertà, la colpa, l’identità, e lo fa con uno stile personale e riconoscibile.

Ferdinando Balzarro e "METAMORPHOSIS": Un Romanzo di Trasformazione e Caos | Autore Premio Internazionale d'Eccellenza Città del Galateo

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La Trama

Il famoso vecchio maestro di arti marziali Anneo, viene barbaramente ucciso a pugnalate, assieme al suo cane, da una baby gang nella piazzetta di un quartiere malfamato della città. Il suo miglior allievo è una ragazza di 23 anni, Virginia, legatissima al maestro e al cane Lula. Virginia giura di vendicarli utilizzando con incredibile efficacia le micidiali tecniche a mani nude apprese dal maestro. Una serie di circostanze imprevedibili di avventura, amore e violenza, protrarranno la caccia ai delinquenti per oltre 50 anni, quando Virginia ormai ultra settantenne incontrerà gli ultimi due componenti del branco. Il drammatico confronto finale con gli assassini rivelerà esiti inquietanti e inaspettati.”

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Giorgio (Wolf nome in codice), è un agente speciale del SISMI, sotto gli ordini del capo sezione Elisabetta (Bagghera nome in codice). Giorgio e Sunny, la giovane brillante fidanzata parigina, si frequentano ed amano da qualche anno, sebbene Giorgio si sia ben guardato dal rivelarle la sua vera professione, spacciandosi quale importante uomo d’affari spesso impegnato in viaggi all’estero.
Bagghera affida a Wolf un delicato quanto pericoloso incarico che mira ad individuare e quindi catturare uno dei più feroci capi dei cartelli narcos, attivo tra Messico e California, El Mayo.
Giorgio vola ad El Paso per iniziare la missione che lo porterà ad infiltrarsi nella potente organizzazione di El Mayo, come inafferrabile ed affidabile corriere di Cocaina in tutto il mondo.
La missione, grazie al sangue freddo e all’esperienza e all’abilità dell’agente, sembra filare nel modo migliore, sino a quando una serie di tempi e contrattempi, imprevedibili colpi di scena, ne segneranno il progressivo precipitare in una inarrestabile, sanguinosa spirale di reciproche vendette.

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Un romanzo che è la storia di un’ossessione e di un insostenibile conflitto.
Un uomo maturo e affermato è dominato dal desiderio. Più una donna gli appare fedele, proibita, incorruttibile, più egli è determinato a farla sua. Ma la conquista che brama non è un atto volgare di mera sopraffazione, bensì un moto elementare e insieme raffinatissimo, primitivo e allo stesso tempo intriso di sfumature cerebrali.
Ciò che cerca è sì la sensualità, ma ancor prima il coronamento di un gioco intellettuale. Danza su un filo sottilissimo e incandescente sospeso su ciò che è vietato, scandaloso, inaccettabile, giacché sconvolge un ordine sacralizzato.
Ogni donna che lo attrae è un viaggio lungo le strade di se stesso e della complessità di una relazione tra due adulti, fino a quelle profondità dove pulsioni selvagge e principi culturali si affrontano faccia a faccia.
Ma non è solo. Ha un figlio grande, realizzato. Si specchia in lui per riconoscere in sé affetto, responsabilità, quel senso della propria esistenza che in nessun altro luogo può trovare. È il pensiero che lo tiene attaccato alla realtà, l’ancora che gli impedisce di non farsi travolgere dal suo stesso enorme narcisismo. Ma quando una donna entrerà nel cuore del figlio, il padre riconoscerà subito in lei lo stesso tratto di predatore che da sempre lo domina.
Una scrittura sofisticata indaga con spietato rigore sentimenti potenti e torbidi, che il destino compone in un incrocio devastante.

Ferdinando Balzarro presenta IN NOMINE FILII Casa Editrice Giovane Holden | Lunedì 7 febbraio 2022 h 18 Libreria Coop Ambasciatori Via Orefici Bologna - Conduce il giornalista Stefano Biondi

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LA MORTE MI FA RIDERE

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La morte mi fa ridere di Ferdinando Balzarro

Poche cose come la paura sono una questione intima, insondabile e personale. Normalmente, si ha paura della morte mentre alla vita ci si attacca con le unghie e con i denti. Il ribaltamento dei fattori non cambia il risultato. Se non temi la morte, e la desideri, finanche consciamente la cerchi, è perché la vita ti spaventa, o meglio, ti fa orrore un mondo in declino e una umanità sempre più dedita alla distruzione di sé e del pianeta ferito che l’accoglie. Leonardo, il protagonista del romanzo, acclarato caso di antinomia, è un avventuriero. Rifugge la routine quotidiana, le convenzioni, qualunque rituale sociale. Diffidente nell’approccio interpersonale, è affezionatissimo ai suoi due cani, Luna e Petra, che preferisce non lasciare mai da soli tanto che lo accompagnano nei suoi viaggi in solitaria intorno al mondo, in vacanza e anche quando ha bisogno di disintossicarsi dalla vita di relazioni che sia pur minime è costretto a mantenere. Il suo sprezzo per il pericolo è ben noto nell’ambiente tanto che viene spesso reclutato per incarichi di alto profilo l’ultimo dei quali organizzare il trasporto di preziosi oggetti di antiquariato dall’India. Nulla è mai troppo estremo per Leonardo, pur di non confrontarsi con il più imbattibile dei suoi avversari: il coraggio di vivere.

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Ferdinando Balzarro al Salone del Libro di Torino 2022 con ben due Romanzi: IO SONO TENEBRA e IN NOMINE FILII

FERDINANDO BALZARRO

Professore di Educazione Fisica, nel 1965 Ferdinando Balzarro diviene uno dei primi allievi del Maestro giapponese di Karate Hiroshi Shirai.

Nel 1967 Balzarro vince a Vienna i Campionati europei di Kumite a squadre. Da quel momento si susseguono vittorie in questa specialità sia a livello italiano che internazionale.

Nel 2005 gli viene conferito il grado di VIII Dan e nel medesimo anno diviene Direttore Tecnico del settore Karate-Dō nella Federazione Italiana Arti Marziali.

Ferdinando Balzarro si è dedicato anche al paracadutismo sportivo, in particolare al paracadutismo acrobatico. È stato fra i dodici italiani che hanno partecipato al record mondiale di “Grande Formazione” nel dicembre 1999 ad Ubon (Thailandia).

In questi anni, inizia il suo percorso nel mondo della scrittura. Nel 2001 esordisce con il libro autobiografico Bagliore, a cui seguirà Il Sangue e l’Anima.

Nel 2002 è la volta di Plenilunio e Il Solista. Nel 2005, Punto vitale vince il Premio Carver.

Nel 2006 nasce Lupo, affannosa ricerca del significato della vita e metafora sull’ingiustizia universale.

Nel 2007 viene pubblicato Cuore di Diavolo, dove si intrecciano amore, passione, erotismo, sofferenza e tragicità.

Il Secondogenito, riflessione amareggiata e disillusa sul divino, vince nel 2008 il Premio speciale Martina Franca Festival e nel 2009 il Premio Parolesia.

Nel 2009 esce Il cane che aspettava le stelle, un’intensa dichiarazione d’amore per una compagna di viaggio speciale, estranea alle debolezze disarmanti degli esseri umani.

Il 2011 è l’anno de Il bene e il male: pensieri di un Maestro, dove la vita e l’Arte, oltrepassando i propri confini, si fondono e creano essenza, pensiero e metodo.

I romanzi di Ferdinando Balzarro scendono nelle viscere dell’animo umano, esplorano gli anfratti più reconditi, e ci restituiscono storie scomode, ma mai scontate.

Balzarro non si esime dall’onere di raccontare le debolezze del genere umano, schiavo dei propri desideri.

L’appagamento di questi desideri, talvolta, diventa lo spartiacque delle scelte compiute dai personaggi dei suoi romanzi.


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