Il bambino non vedente che non sa giocare.. Dal Romanzo IO SONO TENEBRA di Ferdinando Balzarro

Il bambino non vedente che non sa giocare.. Dal Romanzo IO SONO TENEBRA di Ferdinando Balzarro

<<Giocare… riuscite ad immaginare un bambino che non sa, non può giocare? A cosa gioca? Alla guerra? Agli indiani e cow boy? A pallone? Ma che ne so del significato di “giocare”? Che ne so di guerre, di indiani, di palloni? Ma cosa è il pallone? Si un po’ hanno provato a spiegarmelo. Me lo hanno messo tra le piccole mani, ho capito che è rotondo, sferico, di gomma o di cuoio. Ho capito che è pieno d’aria e che rimbalza se lo butto per terra. Ho capito che si può lanciare, afferrare, colpire anche con i piedi. Si chiama calcio, gioco del calcio, undici contro undici, bisogna fare goal per vincere, bisogna buttare la palla nella rete avversaria. Rete? Ma cosa è la rete, cosa è la porta?

Mi raccontano che l’intera popolazione mondiale impazzisce per questo sport. Mi spiegano che ci sono squadre formate da giocatori formidabili pagati come principi e ricchi come sultani, per buttare la palla oltre i pali di quella porta. Mi dicono che esistono comportamenti estremi, fanatici e violenti da parte dei tifosi che si insultano, si picchiano, si sputano in nome della loro squadra. L’idea di aver evitato un tale stato di collettiva demenza grazie alla mia condizione, in parte compensa la sfortunata menomazione. Resta indubbio, come qualunque psicologo potrà testimoniare, che un bambino contingentemente impedito alla pratica mentale e motoria a lui più connaturata, cioè il giocare, crescerà con qualche turba, ovvero complesso, comunque assenza di gioia. Un fanciullo privato della gioia non sarà mai fanciullo.>>


IO SONO TENEBRA: il nuovo Romanzo di Ferdinando Balzarro

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“Nuova stupefacente incarnazione dell’autore nel protagonista di questo suo ultimo romanzo. Una performance letteraria di eccezionale bravura”

Il Resto del Carlino


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IO SONO TENEBRA: il nuovo Romanzo di Ferdinando Balzarro

Ruben è non vedente dalla nascita. Figlio unico di famiglia benestante. Malgrado il grave handicap conduce una vita tutto sommato gradevole.

Amato dalle donne per la sua bellezza, intraprendenza e talento, può permettersi intense attività amatorie e sessuali. Brevi amori, tradimenti, esperienze erotiche e tragici abbandoni.

Ruben finirà poi per innamorarsi e presto sposare Romina, esuberante bellissima giovane conosciuta al ristorante.

L’indole trasgressiva di Romina, la vita sregolata e spendacciona, i continui tradimenti, in breve tempo indurranno Ruben a pretendere il divorzio.

Romina, spaventata di dover rinunciare alla vita agiata, non solo non concede il divorzio ma, provocatoriamente, propone a Ruben di procreare.

Sebbene poco convinto dell’opportunità di avere un figlio con lei, sedotto dall’idea di dare finalmente senso e scopo alla sua buia esistenza, accetta l’offerta.

Nasce una bellissima bimba che chiameranno Luce.

Poi un avvenimento tira l’altro come se la mano di un prestigiatore beffardo li traesse dal suo misterioso cilindro per un’inimmaginabile sconcertante conclusione.


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Ferdinando Balzarro al Salone del Libro di Torino 2022 con ben due Romanzi: IO SONO TENEBRA e IN NOMINE FILII

FERDINANDO BALZARRO

Professore di Educazione Fisica, nel 1965 Ferdinando Balzarro diviene uno dei primi allievi del Maestro giapponese di Karate Hiroshi Shirai.

Nel 1967 Balzarro vince a Vienna i Campionati europei di Kumite a squadre. Da quel momento si susseguono vittorie in questa specialità sia a livello italiano che internazionale.

Nel 2005 gli viene conferito il grado di VIII Dan e nel medesimo anno diviene Direttore Tecnico del settore Karate-Dō nella Federazione Italiana Arti Marziali.

Ferdinando Balzarro si è dedicato anche al paracadutismo sportivo, in particolare al paracadutismo acrobatico. È stato fra i dodici italiani che hanno partecipato al record mondiale di “Grande Formazione” nel dicembre 1999 ad Ubon (Thailandia).

In questi anni, inizia il suo percorso nel mondo della scrittura. Nel 2001 esordisce con il libro autobiografico Bagliore, a cui seguirà Il Sangue e l’Anima.

Nel 2002 è la volta di Plenilunio e Il Solista. Nel 2005, Punto vitale vince il Premio Carver.

Nel 2006 nasce Lupo, affannosa ricerca del significato della vita e metafora sull’ingiustizia universale.

Nel 2007 viene pubblicato Cuore di Diavolo, dove si intrecciano amore, passione, erotismo, sofferenza e tragicità.

Il Secondogenito, riflessione amareggiata e disillusa sul divino, vince nel 2008 il Premio speciale Martina Franca Festival e nel 2009 il Premio Parolesia.

Nel 2009 esce Il cane che aspettava le stelle, un’intensa dichiarazione d’amore per una compagna di viaggio speciale, estranea alle debolezze disarmanti degli esseri umani.

Il 2011 è l’anno de Il bene e il male: pensieri di un Maestro, dove la vita e l’Arte, oltrepassando i propri confini, si fondono e creano essenza, pensiero e metodo.

I romanzi di Ferdinando Balzarro scendono nelle viscere dell’animo umano, esplorano gli anfratti più reconditi, e ci restituiscono storie scomode, ma mai scontate.

Balzarro non si esime dall’onere di raccontare le debolezze del genere umano, schiavo dei propri desideri.

L’appagamento di questi desideri, talvolta, diventa lo spartiacque delle scelte compiute dai personaggi dei suoi romanzi.


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One response

  1. Questa è la storia di un paradosso del buio che cerca la luce e la luce che diventa buio. È la storia di chi non vede dalla nascita e si é sempre sentito raccontare di come é il mondo: i colori, le forme. Cosa difficile da fare x chi ha visto solo tenebra e non riesce a immaginare con “realtà” ciò che gli viene spiegato. In questo mondo Rubens, il protagonista, riuscirà ad avere più possibilità di chi vive in un mondo di luce. Lui potrà toccare, sfiorare, annusare ciò che gli esseri “normali” non hanno la possibilità di fare, toccare volti e corpi con il “consenso” delle dirette interessate. Con la nascita della figlia il mondo di Rubens diventa colorato. Solo lei, la figlia, gli racconterà il mondo, i colori le forme con lo sguardo che hanno solo i bambini. La vita di Rubens diventa “illuminata” finché la figlia, già adulta, perderà la vista. Ed ecco il paradosso dei paradossi: da allora in poi sarà Rubens a raccontare alla figlia il buio, le tenebre. La luce diventa tenebra e la tenebra sarà “luce”…..

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